sabato, marzo 25, 2006

La privacy: la principale causa della formulazione di decreti legge idioti...

L’altro giorno sono andato in un ambulatorio per fare una visita, nulla di grave, un semplice controllo ma non è di questo che voglio parlare… quando all’ accettazione ho pagato il ticket (o come diavolo si chiama!?), mi hanno consegnato un biglietto con scritto un numero a sette cifre; mi sono soffermato a fissarlo un istante, ho alzato lo sguardo e fissando negli occhi l’ impiegato (con la faccia da tonno durante una mattanza) dall’ altra parte del vetro ho chiesto: “Cosa è questo numero?”… La sua risposta è stata più o meno: “Da quando è stata introdotta la nuova legge sulla privacy, quando nell’ ambulatorio deve entrare un nuovo paziente, il dottore non lo chiama più per nome ma con il numero di identificazione al quale il paziente di volta in volta corrisponde.”… Cioè, ad ogni visita il paziente viene abbinato ad un numero, che è sempre diverso anche se il paziente è lo stesso; in questo modo, venendo chiamato per numero gli altri presenti nella sala d’ attesa non scoprono l' identità di chi entra nell’ ambulatorio… comodo… metti che sono un agente dei servizi segreti e in sala d’ attesa c’è uno della S.P.E.C.T.R.E. (citazione finissima), così facendo non verrei individuato e eviterei un probabile scontro a fuoco che coinvolgerebbe gli eventuali innocenti malcapitati nella sala d’ attesa… oppure… metti che mi chiamo Sfintere (di nome) Pienodimerda (di cognome) si eviterebbero le fastidiose risatine dei presenti… certo…
Comunque, tornando alla realtà; prendo il mio benedetto numero di riconoscimento e vado in sala d’ attesa… non c’è molta gente e sono quasi tutti over 60 (70?); passano un paio di minuti, esce un tipo dall’ ambulatorio ed ecco che il dottore si affaccia per chiamare il prossimo: “tocca al 2337611”… niente, buio totale… guardo il mio numero ma purtroppo è “4658992”, subito penso: “Ma con che criterio assegnano i numeri?”… “Forse è un codice esadecimale basato sulla Cintura di Orione (o più semplicemente su quella di quoio del primario)?!?!… Inutile dire che le persone in sala non hanno afferrato benissimo il meccanismo, il dottore spazientito spiega (ho l’ impressione per oltre la ventesima volta) che il numero che c’è sul biglietto è quello con il quale i pazienti vengono chiamati… scandisce i numeri: “23”… alcune persone scuotono la testa in segno di conferma… “37”… un paio stanno per alzarsi… “61”… ma… TI RENDI CONTO??… La sala d’ attesa si era trasformata in una specie di “sala Bingo” a sfondo sanitario… questo perché la legge sulla privacy non permette che negli ambulatori vengano fatti entrare i pazienti chiamandoli per nome… ma se in questo periodo si leggono non so quanti casi legati alle intercettazioni telefoniche; vorrebbero dirci che quella non è violazione di privacy?!… Chiudo col dire che la pantomima in sala d’ attesa è durata altri due pazienti, poi il dottore ha iniziato a chiamare per nome strappando non pochi applausi a chi era seduto in attesa di essere visitato.

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